Egitto, ostaggi liberi PDF Stampa E-mail

 

ImageRoma. Per diversi giorni gli italiani rapiti in Africa sono rimasti, insieme ai loro sequestratori, in un'oasi nel deserto. I contatti con persone vicine al gruppo dei predoni - secondo le prime informazioni - non si sarebbero mai interrotti, così come le trattative per giungere alla liberazione degli ostaggi.
La metà dei sequestratori è stata "liquidata". Lo ha annunciato il ministero della Difesa egiziano, Mahamed Hussein Tantawi.

Tutti liberi. Sono stati rilasciati questa mattina i cinque italiani sequestrati lo scorso 19 settembre nel sud dell'Egitto insieme a altri sei turisti (cinque tedeschi, una romena) e otto accompagnatori egiziani. La notizia è giunta poco prima del mezzogiorno. Ad annunciare che i cinque italiani (Walter Barotto, Michele Barrera, Giovanna Quaglia, Mirella De Giuli e Lorella Paganelli) erano stati liberati è stata la Tv di Stato egiziana e, da Belgrado dove si trova in missione, confermata immediatamente dal ministro degli esteri, Franco Frattini. "I nostri connazionali e gli altri ostaggi in Egitto sono stati liberati. Stiamo verificando le loro condizioni di salute", ha detto Frattini alla stampa, poco dopo essere atterrato a Belgrado, aggiungendo subito dopo che gli italiani e gli altri componenti del gruppo "sono nelle mani dell'autorità egiziane". Alle domande dei cronisti, il titolare della Farnesina ha spiegato che alla liberazione si è giunti grazie ad "attività ancora non raccontabili compiute in collaborazione con le autorità egiziane". Il rilascio è, in altre parole, "il risultato di una collaborazione internazionale della quale, ha precisato Frattini, dobbiamo essere davvero grati alle autorità degli altri paesi che hanno lavorato con noi". Quasi in contemporanea il ministro del Turismo egiziano Zoheir Garana ha ribadito che gli undici turisti europei stanno "tutti bene" e che sono già diretti verso l'aeroporto del Cairo.
La giornata di oggi chiude quindi quella che per i cinque turisti piemontesi doveva essere una piacevole vacanza nel deserto e che è invece diventata un incubo, materializzatosi quando nella mattinatà del 19 settembre sono stati aggrediti da un gruppo di quattro banditi mascherati. Ieri la vicenda aveva avuto poi un risvolto drammatico: dal Sudan era infatti giunta la notizia di una sparatoria, al confine tra quel paese e il Ciad, in cui le forze di Khartoum hanno ucciso sei dei rapitori. Lo scontro a fuoco aveva avuto luogo proprio quando si parlava di un rapido rilascio degli ostaggi, che non erano comunque rimasti coinvolti nella sparatoria. Fin da stamani presto si era quindi innescato una rincorsa alle interpretazioni ed alle analisi sulla reale dinamica dei fatti e soprattutto su quelle che sono state, fin dall'inizio, i grandi misteri che hanno caratterizzato la vicenda: chi sono i rapitori, a chi rispondono, quali sono le forze dell'area coinvolte nel rapimento, quali sono stati il luoghi in cui, via via, il gruppo degli ostaggi sono stati spostati nell'area di confine Egitto, Sudan, Ciad. Grande sollievo dei familiari che, dopo aver vissuto giornate di angoscia, hanno subito ringraziato la Farnesina: "un enorme ringraziamento al ministro Frattini, all'Unità di crisi e a tutta la Farnesina", ha detto a caldo Giuseppe Paganelli, fratello della signora Lorella.

 
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