Russia guarda a UE, Georgia soffia su fuoco

ImageMosca. La Russia è soddisfatta dell' "approccio responsabile" del vertice Ue di ieri, che pur condannando il riconoscimento delle repubbliche secessioniste georgiane di Abkhazia e Ossezia del sud e rinviando a data da destinarsi il negoziato per il rinnovo del trattato di cooperazione strategica, non ha comunque varato sanzioni o chiuso la porta a Mosca, ribadendo anzi la necessità di non isolarla. Diverso è l'atteggiamento della Georgia, che oggi denuncia unilateralmente il trattato del 1992 sul regolamento del conflitto in Ossezia del sud, togliendo così legittimità ai caschi blu russi, trasformati in forza di occupazione.
A Tbilisi è atteso oggi il vicepresidente americano Dick Cheney, l'uomo che nel maggio del 2006 aveva dato il via al gelo con Mosca con un discorso infiammato a Vilnius (Lituania) contro l' "ingerenza russa nei processi democratici" e le "ambizioni territoriali" sui paesi confinanti. La Georgia è la prima tappa di un giro di consultazioni per Cheney, che lo porterà anche nella capitale azera Bakù - i cui interessi petroliferi, largamente condivisi dalle grandi compagnie statunitensi, sono stati in qualche modo danneggiati dal breve conflitto russo-georgiano - e in Ucraina, il paese ex sovietico il cui governo più di tutti si è schierato con il leader georgiano Mikhail Saakashvili. Il vicepresidente americano concluderà la sua tournee in Italia, per un incontro con il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, che nel vertice europeo si è adoperato per evitare rotture con la Russia.
Il ruolo diplomatico degli Usa è comunque indebolito dall'imminenza delle elezioni presidenziali, sottolinea la stampa russa commentando i risultati del vertice di ieri. Che per il ministero degli esteri di Mosca dimostra una spaccatura tra vecchia e nuova Europa: i sostenitori della linea dura "sono rimasti in minoranza". La Russia ha ovviamente i suoi distinguo rispetto al comunicato finale del vertice, soprattutto sulla parte che descrive come "sproporzionata" la reazione "all'aggressione della Georgia" contro l'Ossezia del sud. "Ci rammarica poi - afferma il dicastero - l'intenzione di soppesare i negoziati per il nuovo accordo di partnership". Ma l'interdipendenza è ormai "talmente grande che sarebbe inopportuno metterle a rischio". Nelle parole del rappresentante permanente russo presso la Nato, Dmitri Rogozin, l'Europa "continua ad essere una casa comune".