Alitalia: CdM approva decreto legge e disegno legge delega PDF Stampa E-mail
ImageRoma. Via libera del Consiglio dei Ministri al decreto legge ed al disegno di legge delega su Alitalia. Il primo provvedimento vara una riforma delle procedure previste dalla Legge Marzano per il commissariamento come strumento per il salvataggio delle grandi aziende in crisi. Il secondo pone le basi per una riforma più ampia delle norme che regolano l'amministrazione straordinaria. Il decreto varato dal Consiglio dei ministri su Alitalia prevede anche indennizzi ai piccoli azionisti ricorrendo al fondo stanziato dalla finanziaria 2006 per far fronte alle frodi finanziarie con i fondi dei conti dormienti. Il decreto prevede che l'ammissione al commissariamento possa essere decisa anche dal Presidente del Consiglio e non più solo dal ministro dello Sviluppo. Il commissario straordinario di un 'azienda in crisi potra' anche procedere ad "un'immediata vendita di asset ancora fruttuosi, garantendo così maggior elasticità al modello procedimentale". E' quanto prevede la bozza del disegno di legge delega all'esame del consiglio dei ministri per la riforma della disciplina delle procedure di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi. Il management in carica - prevede inoltre il provvedimento che l'ANSA è in grado di anticipare - potrà predisporre un programma di risanamento, con conseguente abbreviazione dei tempi. Il commissario straordinario, secondo i principi guida della delega, avrà anche "la possibilità di valutare il programma proposto dall'impresa, se del caso proponendo le necessarie modifiche od integrazioni e se del caso proponendone uno da lui redatto ed alternativo da sottoporre all'approvazione ministeriale". Inoltre il commissario, con l'autorizzazione del ministro dello Sviluppo economico, potrà "ricorrere all'affitto di beni, aziende o rami aziendali per favorire il risanamento dell'impresa". Nell'ipotesi di presentazione del programma di risanamento da parte del Commissario Straordinario, dovranno essere indicati i requisiti minimi (in termini di solidità patrimoniale, vocazione industriale, etc .) dei possibili assuntori, nonché i livelli minimi di soddisfazione delle diverse categorie dei creditori. La durata della procedura verrà fissata in un periodo variabile tra uno e due anni, in funzione della complessità della procedura, ma in presenza di sopravvenute eccezionali esigenze può essere disposta la proroga del termine sino ad un periodo massimo di dodici mesi. Oltre alla necessità di un coordinamento della copiosa normativa in materia di gestione di crisi industriali - come si legge nel testo della relazione illustrativa del disegno di legge - l'intento della delega al Governo è quello di "evitare possibili interferenze con la vetusta normativa penale fallimentare in tema di bancarotta", e di superare "la contrapposizione tra tutela dei creditori e conservazione degli organismi produttivi". Le nuove regole puntano a offrire l'opportunità di contemperare nei limiti del possibile entrambe le esigenze, rifiutando soluzioni che avviliscano le attese dei creditori e quelle che trascurino interessi che gravitano a vario titolo attorno alla vita dell'impresa. La delega prevede anche la riforma delle disposizioni penali fallimentari, adeguandole alle novità introdotte di recente alla disciplina civilistica. In quest'ambito viene introdotta, per le fattispecie di bancarotta impropria da "illecito societario", una "zona di rischio penale", individuata nello stato d'insolvenza o nella situazione di concreto pericolo d'insolvenza. Così come è stata prevista ed estesa all'imprenditore individuale "l'incriminazione della causazione intenzionale del dissesto a cui si affianca, per la bancarotta societaria, la causazione dolosa del dissesto mediante abuso dei poteri o violazione dei doveri da parte degli esponenti societari e la causazione ovvero l'aggravamento del dissesto per inosservanza di specifici obblighi di legge". DI PIETRO, E' UNA TRUFFA - ''La questione Alitalia rappresenta una truffa colossale che a tratti'' ha ''sconfinato anche nell'illegalita''': lo ha sostenuto il leader dell'Idv Antonio Di Pietro poco prima del consiglio dei ministri che dovrebbe varare i provvedimenti per la divisione in due di Alitalia e per il commissariamento, su cui decidera' domani il cda della compagnia.L'interferenza di Berlusconi nella vicenda prima delle elezioni, ribadisce Di Pietro, e' stato un atto di ''insider trading'' e le promesse di realizzare una cordata italiana in quattro settimane ''una manzogna'' che ''costo' cara al popolo italiano, e ai dipendenti di Alitalia mal consigliati anche dai loro 'protettori', i sindacati''. ''Dopo aver preso ai cittadini 600 miliardi delle vecchie lire per un contributo a fondo perduto alla compagnia di bandiera, oggi Berlusconi - aggiunge - e' promotore interessato di una nuova compagnia che a costo zero sfrutta il marchio e le rotte del vettore Alitalia, scaricando i debiti sullo Stato e su una miriade di piccoli azionisti che perderanno tutto. Grazie a Berlusconi perderanno il lavoro 7000 dipendenti, qualcuno in piu' di quelli che previsti da Air France (si parlava di circa 2100 esuberi). Quello che accadra' e' semplice, ancora una volta i debiti di Alitalia e della Bad Company ricadranno sui cittadini, allo stesso tempo nascera' una nuova compagnia utile a Berlusconi e ai suoi amici del cuore''. La questione Alitalia, rincara, ''questo governo l'ha aggravata e l'aggravera' a spese dei cittadini. ''Non sono contrario al fatto che la compagnia Alitalia rimanga 'italiana', come qualcuno puo' pensare, a patto che lo sia nel rispetto delle regole del libero mercato e nel rispetto degli interessi dei cittadini italiani e non - conclude - di una cerchia ristretta di privilegiati''. ROTONDI, ALTRO CHE TRUFFA, SOLUZIONE E' TOCCASANA ''Altro che truffa colossale, la soluzione per Alitalia non solo e' un toccasana per la nostra compagnia di bandiera, ma lo sara' anche per i risparmiatori, senza, ovviamente, dimenticare che i lavoratori non rimarranno a piedi'': lo afferma il ministro per l'Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi, segretario della Dca. ''Berlusconi aveva garantito che dopo aver risolto la crisi dei rifiuti avrebbe trovato la via d'uscita per salvare e rilanciare Alitalia: promessa mantenuta'', conclude.
 
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