Un'italiana a Pechino per il rispetto dei diritti umani PDF Stampa E-mail
ImagePechino. Hai paura? mi chiede il giornalista di cui io sono la malaugurata vittima che gli fa da interprete nella sala di polizia dove stiamo chiedendo il permesso per fare una protesta. i poliziotti registrano ogni nostro movimento, ci fanno un video, scattano fotografie che mi infastidiscono un po'... Hai paura?
Paura... ci sentiamo cosi' coraggiosi a venire qui a gridare ai quattro venti che la Cina non rispetta i diritti umani, che il governo cinese e' dittatoriale, che bisogna liberare il Tibet e altre cazzate del genere. Che coraggiosi che siamo a fare rumore davanti alle telecamere.
non ho paura. semplicemente sono contraria alla protesta. troppo difficile da capire, troppo amaro da accettare. Per il giornalista ormai sono diventata 'amica del giaguaro', meglio limitarsi a tradurre e parlare di argomenti superficiali. Sulla politica, e sulla Cina, abbiamo opinioni troppo diverse.
Sono contraria ad ogni tipo di protesta, e' vero. Ritengo che interferire negli affari della Cina non sia un diritto degli stranieri, specie di quei pazzi giornalisti in cerca di scoop che affollano la capitale in questi giorni. credo che persone ignoranti di tutto cio' che riguarda la Cina debbano ben guardarsi dallo sputare fango solo per avere materiale su cui scrivere un articolo. Credo che la Cina sbagli in tante cose, soprattutto quando ha paura dell'opinione pubblica internazionale. E con gli ignoranti che si improvvisano attivisti dei diritti umani perche' ora va alla moda piu' delle stesse olimpiadi, la Cina e' come un animale in gabbia che continua a battere la testa contro le inferriate che lei stessa ha innalzato per proteggersi.
Proviamo per un giorno a guardare il mondo a testa in giu', e' strano come cambino le cose.
E se il Tibet fosse la tigre e la Cina l'agnello? e se i media fossero i cacciatori e la Cina la preda incalzata da tutte le parti? cosi' difficile da immaginare? e se le cose stessero proprio cosi'?
Hai paura? chiedo all'avvocato cinese che il mio giornalista sta intervistando tramite me.
No. nessuna paura. bisogna andare avanti e correggere dall'interno le tante gravi pecche del governo cinese.
Questo si' che e' una prova di coraggio.
Il coraggio non e' fare rumore davanti alle telecamere riguardo ad una cosa di cui non ci siamo interessati ieri e di cui non ci interesseremo domani.
Il coraggio e' di quelle migliaia di cinesi che restano qui nonostante tutto, e cercano un modo per curare il male dall'interno. Per loro non esiste la paura, eppure sono gli unici a rischiare seriamente.
Il coraggio e' affrontare l'opinione pubblica internazionale che si erge a maestra dei supremi valori e dire: La Cina puo' cambiare grazie solo ed esclusivamente all'impegno dei suoi cittadini. I cinesi non hanno bisogno di maestri, i cinesi hanno bisogno di appoggio e sostegno. Dare appoggio e sostegno ai cinesi per cambiare il governo dall'interno, a piccoli passi, senza forzarlo: hai paura? (Antonella Faiella)
 
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