Dimissioni Del Turco: Abruzzo verso il voto PDF Stampa E-mail
ImagePescara. Ottaviano Del Turco si è difeso, si è dimesso da governatore, autosospeso dal Pd. Nella lettera di dimissioni da presidente ha spiegato che "Se ci sono responsabilità sono di natura personale e non collettive". E ai giudici ha chiesto di controllare pure tutti i suoi conti, spiegando che la sua unica volontà è stata quella di sanare i "buchi" della sanità che aveva ereditato dal centrodestra. Con i tre interrogatori di garanzia si è aperta una nuova fase della sanitopoli abruzzese: la fine dell'isolamento e l'inizio della battaglia legale. E ne hanno approfittato anche i giudici, i quali hanno spiegato che la mattina stessa degli arresti hanno inviato l'ordinanza a Palazzo Chigi e al Quirinale: nessun teorema, ha replicato a distanza il Pg Nicola Trifuoggi alle critiche del premier nei giorni scorsi.

Ma lo stesso Berlusconi ha precisato: "Non ho mai detto che l'inchiesta è solo un teorema; non lo potevo dire perché non conosco le carte". Chiede la libertà l'ex governatore, subito gelato dai giudici: nell'ordinanza di custodia cautelare era già previsto che anche se si fosse dimesso, le esigenze cautelari sarebbero rimaste. Del Turco ha detto ai magistrati di aver cercato di sanare la voragine sulla sanità creata dal centrodestra. Riguardo alle accuse a suo carico, l'ex governatore ha detto di non voler rispondere non avendo potuto parlare, in questi giorni, con il suo avvocato, con il quale risulta che prima dell'interrogatorio abbia parlato per circa un'ora e mezza. I legali invocano almeno i domiciliari per l'avvocato Boschetti, assessore da un mese, ma arrestato per reati legati alla sua professione.

Boschetti si è difeso "appassionatamente", sulla regolarità degli atti amministrativi. Dopo i primi interrogatori di stamani sono queste le richieste presentate al Gip, che ha ascoltato tre dei dieci arrestati nell'ambito dell'inchiesta sulle tangenti nella sanità abruzzese coordinate dalla Procura di Pescara. Il terzo, l'ex sindacalista ora capogruppo del Pd in Consiglio regionale Camillo Cesarone, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al pool di magistrati composto dal procuratore capo Trifuoggi e dai sostituti Giuseppe Bellelli e Giampiero Di Florio, che per le 35 persone coinvolte hanno formulato le accuse di associazione per delinquere finalizzata alla concussione, corruzione, riciclaggio, truffa, falso e abuso d'ufficio. Uscendo dal penitenziario sulmonese, divenuto tristemente noto come "carcere dei suicidi", l'avvocato Giuliano Milia, difensore di Ottaviano Del Turco, a chi gli ha chiesto se riteneva l'impianto accusatorio piuttosto labile. Ha solo aggiunto di attendere la pronuncia del Gip sulla richiesta di scarcerazione". Non è escluso che già domani l'ex governatore d'Abruzzo possa essere trasferito a Teramo, poiché nel carcere di Sulmona sono ospitati solo detenuti con pena definitiva. Quanto alle visite dei famigliari, il regolamento prevede che, una volta uscito dall'isolamento, il detenuto possa incontrare quelli di primo grado. E infatti in Procura a Pescara sono piombati il figlio Guido e altri familiari per ottenere un permesso che sembra stato essere accordato. Dopo aver ascoltato Del Turco, i magistrati si sono trasferiti a Lanciano (Chieti) per interrogare Antonio Boschetti (Pd), divenuto assessore regionale con il rimpasto del giugno scorso.

Prima del loro arrivo, il suo legale, Giovanni Cerella, aveva dichiarato ai giornalisti che all'epoca dei fatti contestati, "Boschetti non era neppure consigliere regionale e operò esclusivamente nella veste di professionista, sicché il reato associativo è inesistente". Davanti al Gip il suo assistito si è detto "estraneo ai fatti" e "a tutta la vicenda, soprattutto al reato di associazione a delinquere". Al termine delle due ore di interrogatorio, Cerella, insieme all'altro difensore, Vincenzo Colalillo, hanno chiesto la scarcerazione di Boschetti e, in subordine, gli arresti domiciliari. La decisione è attesa per martedì prossimo. Tempi rapidi intanto per il futuro politico del Consiglio. Le dimissioni di Del Turco aprono ufficialmente la stagione elettorale: entro 90 giorni verrà stabilita la data entro la quale si andrà a votare. Le ipotesi sono due: novembre, come premono Pdl e Sinistra, aprile con election day altre forze anche per risparmiare i costi elettorali. (Eleonora Sasso e Luca Prosperi).
 
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