Libano, Michel Suleiman eletto Presidente PDF Stampa E-mail
ImageBeirut (Libano). Il generale cristiano maronita Michel Suleiman è stato eletto oggi pomeriggio dal parlamento nuovo presidente del Libano, e ha prestato giuramento davanti al presidente del parlamento Nabih Berri  Lo ha mostrato in diretta la televisione privata libanese Lbc.

La televisione ha trasmesso il conteggio dei voti in diretta. Al termine del conteggio, il presidente del parlamento Nabih Berri ha proclamato Suleiman presidente della repubblica. L'elezione è stata accolta nella città da spari in aria di festeggiamento.

Il generale, che contemporaneamente all'elezione a presidente lascia la carica di capo delle forze armate, ha ottenuto 118 voti sui 127 parlamentari presenti (un 128/o deputato è stato assassinato lo scorso settembre e non si sono mai tenute elezioni suppletive per sostituirlo). Le schede bianche sono state sei, mentre tre deputatI hanno votato altri nomi. Il Libano era senza presidente dallo scorso novembre, quando era scaduto il mandato di Emile Lahoud. Il voto per eleggere il suo successore era stato rinviato 19 volte.

Il neo presidente del Libano, parlando subito dopo la sua elezione oggi pomeriggio da parte dei deputati del parlamento, ha chiesto di stabilire relazioni diplomatiche con la Siria, sulla base del "rispetto reciproco della sovranità e dei confini di ciascun Paese". Lo hanno riferito i media libanesi.

FRATTINI: GRANDE GIORNO, ORA HEZBOLLAH RISPETTI GLI ACCORDI
"Oggi è un grande giorno per il Libano che comincia a crescere nella sua indipendenza e sovranità ". Lo ha detto oggi a Beirut il ministro degli Esteri Franco Frattini dopo un colloquio con il comandante generale dell'Unifil Claudio Graziano, sottolineando al tempo stesso come il movimento sciita Hezbollah "da oggi si assume la responsabilità di concorrere all'attuazione dell'accordo di Doha e quindi al principio che le armi le deve detenere solo lo Stato. Con i ministri di Hezbollah che saranno nel governo legittimo si può parlare. Non con le milizie, almeno per quanto riguarda la diplomazia. Poi ovviamente - ha aggiunto il capo della diplomazia italiana - gli arrangiamenti militari sul terreno sono diversi".

"Il disarmo delle milizie" di Hezbollah "é una delle precondizioni per la sicurezza di Israele", il cui consolidamento è necessario per aprire in Medio Oriente "nuove prospettive" di pace. Io - ha infatti spiegato il titolare della Farnesina - non sgancerei questo discorso dalla trattativa tra Siria e Israele e dal negoziato libano-israeliano". Commentando l'elezione del generale Michel Suleiman alla presidenza della Repubblica libanese, Frattini ha osservato come "oggi si apra una strada, siamo all'inizio di un percorso, non alla fine. E' solo il primo passo verso l'attuazione dell'accordo di Doha". L'Italia, ha infatti rimarcato il ministro degli Esteri, "vede come obiettivo primario che vengano garantite senza se e senza ma la sovranità e l'indipendenza del Libano". (ANSA)
 
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