Tecnici marted́ a Chiaiano, appello alla calma PDF Stampa E-mail

ImageNapoli. Alla fine passa la linea del governo: martedì alle sette del mattino i tecnici entreranno nella cava di Chiaiano dove dovrebbe essere realizzata la discarica, per effettuare tutti le indagini tecniche alle quali é subordinata la realizzazione del sito. Anche se bisognerà vedere quanto la piazza protagonista degli scontri dei giorni scorsi rispetterà gli accordi presi dopo cinque ore di riunione nella prefettura di Napoli tra il sottosegretario Guido Bertolaso e gli amministratori di Chiaiano e dei comuni limitrofi. Visto che fino a ieri i cittadini e i comitati di protesta si erano detti contrari anche alla possibilità che venissero effettuati i carotaggi.

Un'incognita ammessa dallo stesso presidente della municipalità di Chiaiano, Carmine Malinconico. "Ci aspettano ore difficili - sottolinea al termine dell'incontro - mi rimetterò alle decisioni che prenderà l'assemblea dei cittadini". Cantano comunque vittoria i sindaci e i comitati della zona: "Dopo le tensioni dei giorni scorsi in cui abbiamo sperimentato un atteggiamento di chiusura totale, apprezziamo molto la volontà del sottosegretario Bertolaso di riportare il confronto sul tavolo tecnico e dei dati oggettivi" dice il sindaco di Marano, Salvatore Perrotta. "Una via d'uscita a questa vicenda potrebbe venire proprio dalle verifiche tecniche - aggiunge il presidente della municipalità di Chiaiano, Carmine Malinconico E se anche le analisi non ci dessero ragione, chiederemo la riapertura del tavolo per discutere dei problemi socioambientali che impediscono una discarica in quella zona". Qualcosa di più si capirà comunque nelle prossime ore quando i manifestanti decideranno se rimuovere o meno i blocchi stradali e le barricate lungo via Cupa di Cane. E la stessa presenza della polizia e dei carabinieri, che rimarranno a presidiare la zona, é la conferma che la tregua raggiunta è molto fragile. I comitati, secondo quanto si è appreso, avevano infatti chiesto che le forze dell'ordine si allontanassero dal quartiere; una proposta che non è neanche stata presa in considerazione dalle autorità istituzionali. Dal canto suo Bertolaso non parla, ma chi ha partecipato alla riunione ha ribadito che il suo atteggiamento è quello annunciato mercoledì scorso a Napoli dallo stesso Berlusconi: lo Stato, stavolta, non arretrerà. Nella nota scaturita al termine dell'incontro, e firmata anche dai comitati di protesta, si dice che entro domani verrà costituito il tavolo tecnico a cui parteciperanno gli esperti dell'Arpac e quelli indicati dalle comunità locali (oltre a Chiaiano, i comuni di Marano, Mugnano e Calvizzano) e dai comitati dei cittadini, oltre a cinque cittadini. A conclusione della analisi, che dovranno essere ultimate entro 20 giorni, le parti si rivedranno per riprendere il confronto alla luce dei risultati. Nella nota viene rivolto anche un appello ai cittadini affinché consentano l'accesso "dei tecnici e dei mezzi necessari" al sito. L'unico impegno preso da Bertolaso con gli amministratori locali, e ribadito anche nei giorni scorsi, è che la realizzazione della discarica di Chiaiano, ma anche di quelle nelle altre zone indicate nel decreto, "é subordinata a tutte le indagini tecniche, nel pieno rispetto della normativa comunitaria di settore, nonché di tutte le prove tecniche che il tavolo riterrà necessarie, sempre nel rispetto della normativa europea".

Roma. Il governo va avanti con la linea della fermezza: solo una volta posto fine alle opposizioni violente si potrà cominciare "finalmente a ragionare" con i cittadini, dando loro le assicurazioni necessarie. E' questa la linea del governo e della sua maggioranza, sostanzialmente appoggiata anche da Udc, Idv e Pd. Un allarme viene però da Massimo D'Alema che ha espresso le sue preoccupazioni per il fatto che ci si affidi in via esclusiva alla forza.

Oggi il premier Silvio Berlusconi ha seguito costantemente l'evoluzione della situazione, tenendosi in contatto col ministro dell'Interno Roberto Maroni e col sottosegretario Guido Bertolaso, che oggi ha iniziato a sentire i sindaci della zona. Nessuna novità è emersa nelle conversazioni rispetto alle posizioni già espresse ieri dal premier. La crisi dei rifiuti si conferma sempre più una "vetrina" dell'immagine italiana: gli echi della vicenda sono giunti anche a Kobe, in Giappone, dove il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo ha dovuto spiegare ai suoi colleghi del G8 le iniziative del governo. Nel governo e nella maggioranza si è rafforzata la convinzione che il dialogo con le popolazioni può iniziare solo se esse capiranno che sulla scelta dei siti non di torna indietro. "Andremo fino in fondo. E' l'unico modo per risolvere una tragedia nazionale", ha detto il ministro Roberto Maroni, il quale non si è detto sorpreso dalla reazione di Chiaiano, "visti i precedenti", ma ha assicurato che "non può esserci alcun tipo di dialogo con chi usa la violenza come metodo di convincimento". Per Gianfranco Fini "pensare che una democrazia non sia più tale quando fa ricorso all'uso legittimo della forza, per impedire manifestazioni non autorizzate significa predicare al vento la cultura della legalità".

Anche Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera, ha espresso concetti analoghi: "Ora che è stata riportata la sovranità dello Stato, ci auguriamo che prevalga la moderazione e finisca ogni manifestazione di violenza e si possa finalmente ragionare. In ogni caso nessuno può pensare che lo Stato arretri di fronte a prove di forza messe in atto da violenti organizzati e non". E che la maggioranza non abbia intenzione di "arretrare" lo fa capire anche Osvaldo Napoli, vicepresidente dell'Anci, il quale indica la strada da adottare contro i sindaci che si oppongono alle discariche: lo scioglimento dei Consigli comunali. "Non si può fomentare disordini - ha detto - usando la fascia". Sulla linea della fermezza anche Idv, con Nello Formisano e Massimo Donadi, e l'Udc, con Francesco Pionati. Oltre al "bastone" c'é però anche la "carota"; ed ecco per esempio il ministro Ignazio La Russa che invita i cittadini ad avere "fiducia" nel governo, che sarà pronto ad aprire un confronto. A dimostrazione di ciò oggi le forze dell'ordine hanno sì presidiato le zone calde, ma tenendosi a distanza.

E questo, ha ricordato sempre La Russa, "nonostante gli insulti ignobili" ricevuti. Sta di fatto che non aiuta a far passare la linea della fermezza la presenza tra i contestatori di esponenti della maggioranza di governo. Come Alessandra Mussolini, secondo la quale "Il destino di Chiaiano ancora non è scritto e nonostante il decreto saranno le verifiche tecniche a decidere il da farsi". Presenza e parole, le sue, stigmatizzate da Maurizio Ronconi dell'Udc. Dal Pd, che nei giorni scorsi ha sostenuto le scelte impopolari del governo, oggi si è levata la voce preoccupata di Massimo D'Alema: "Temo che ci si affidi in modo esclusivo all'uso della forza, che potrebbe lasciare un segno nei rapporti tra cittadini e istituzioni" ha detto l'ex ministro. D'Alema si é detto "preoccupato" per gli scontri. "E' una sfida difficile - ha aggiunto - e vorrei che prevalesse lo sforzo per risolvere il problema anche attraverso la collaborazione ragionevole degli amministratori locali". Follini però avverte: "L'impegno sul sito di Chiaiano è paritariamente del governo e dell'opposizione".

(di Matteo Guidetti e Giovanni Innamorati)

 
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