Minneapolis, a commemorazione George Floyd il sindaco si inginocchia e piange PDF Stampa E-mail

Minneapolis, a commemorazione George Floyd il sindaco si inginocchia e piange L'avvocato: "Lo ha ucciso la pandemia di razzismo". Appello del reverendo Sharpton: "Faremo una nuova marcia a Washington il 28 agosto" 

 Celebrità, musicisti e politici di Hollywood, parenti, amici e cittadini si sono radunati davanti alla bara di George Floyd nel corso di una commemorazione per l'uomo la cui morte per mano della polizia ha scatenato proteste globali. I leader dei diritti civili hanno ricordato che i neri americani da tempo chiedono di "togliere loro il ginocchio dal collo!". La funzione religiosa - la prima di una serie di monumenti commemorativi organizzati in tre città per sei giorni - si è svolta in un santuario presso la North Central University mentre un giudice a pochi isolati di distanza fissava la cauzione a 750.000 per ciascuno dei tre poliziotti di Minneapolis licenziati, accusati di complicità in omicidio per la morte di Floyd.Floyd, un buttafuori disoccupato di 46 anni, è morto il 25 maggio dopo che un ufficiale di polizia bianco, Derek Chauvin, ha messo il ginocchio sul collo per diversi minuti mentre giaceva ammanettato sul marciapiede, ansimando e dicendo che non poteva respirare. Chauvin è stato accusato di omicidio e lui e gli altri poliziotti rischiano di essere condannati a una pena fino a 40 anni di prigione. Dopo la cerimonia di Minneapolis, il corpo di Floyd sarà portato a Raeford, nella Carolina del Nord, dove è nato, e successivamente a Houston in Texas, dove è cresciuto e ha vissuto gran parte della sua vita. Trasmissione in diretta su principali tv  La commemorazione funebre di George Floyd è stata trasmessa in diretta da tutte le principali tv americane, dalla Cnn a Fox News. Una testimonianza di quanto la tragedia abbia assunto una dimensione nazionale dopo le proteste che ancor oggi attraversano il Paese. Sindaco si inginocchia di fronte salma Floyd e piange È scoppiato in lacrime Jacob Frey, il sindaco di Minneapolis, inginocchiandosi oggi di fronte alla salma  di George Floyd, durante la cerimonia funebre che si sta svolgendo  nella chiesa dell'università della città del Minnesota. Prima di lui aveva reso omaggio a Floyd il reverendo Jesse Jackson. "Lo ha ucciso pandemia razzismo" "Non è stata la pandemia di coronavirus ad uccidere George Floyd: voglio che sia chiaro. È stata l'altra pandemia, che in America è fin troppo familiare, la pandemia di razzismo e discriminazione che ha ucciso George Floyd": lo ha dichiarato il legale della famiglia Floyd, Benjamin Crump, durante la cerimonia funebre. Minneapolis, tutti in piedi per 8 minuti e 46 secondi Tutti in piedi per 8 minuti e 46 secondo al memoriale di Minneapolis. Raccogliendo l'appello del reverendo Al Sharpton durante il suo sermone, tutti resteranno in piedi per il tempo che Floyd è stato bloccato a terra dagli agenti prima di morire. Rev. Al Sharpton a Trump: non usi Bibbia per propaganda Duro attacco del noto reverendo afroamericano Al Sharpton a Donald Trump. "Mai visto nessuno tenere una Bibbia così ma mi piacerebbe che la leggesse", ha detto riferendosi alla Bibbia brandita dal presidente davanti alla S. John Church dopo aver fatto sgomberare la folla davanti alla Casa Bianca. "Non si può usare la Bibbia come strumento di propaganda", ha aggiunto. Sharpton: faremo nuova marcia a Washington il 28 agosto Torniamo a marciare a Washington il prossimo 28 agosto, giorno del 58° anniversario della marcia di Martin Luther King Junior. È l'appello lanciato dal reverendo Al Sharpton. "Torneremo a Washington", ha detto Sharpton rivolgendosi a Martin Luther King III, figlio dello storico leader del movimento per i diritti civili, presente in sala. "È dove si trovava tuo padre, all'ombra del Lincoln Memorial, quando disse 'I have a dream'. Bene - ha affermato  Sharpton - ci torneremo il 28 agosto per rilanciare e ribadire l'impegno verso quel sogno, per reagire". Pelosi a Trump: eccesso militarizzazione, rischio caos La speaker della Camera Usa Nancy Pelosi, terza carica dello stato, ha scritto una lettera al presidente Donald Trump esprimendo preoccupazione per quella che considera una "eccessiva militarizzazione" della capitale federale Washington. Pelosi parla anche di una "mancanza di chiarezza che potrebbe aumentare il caos", chiedendo un elenco di tutte le agenzie federali coinvolte nel fronteggiare le proteste e chiedendo spiegazioni "sul ruolo e le responsabilità dei soldati e degli agenti delle forze dell'ordine federali che stanno operando nella città". 

Fonte: Rai.it 

 
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