L'Italia a casa per i Mondiali 2018 PDF Stampa E-mail

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 C’è delusione e tanta rabbia. San Siro non ha fatto il miracolo pur se questa Nazionale non è stata nemmeno lontana parente di quella scialba vista a Stoccolma. Ventisette tiri in porta, 40 cross, il 76% di possesso palla, ma non aver fatto un gol alla Svezia in 180’ è una condanna senza appello, meritiamo di stare a casa.

Ventura le ha provate tutte, gli azzurri hanno finito con 4 attaccanti (El Shaarawy, Bernardeschi, Immobile e Belotti) più l’aggiunta di Bonucci, più Buffon nell’ora della disperazione ma nessuno ha schiacciato il tasto giusto, la lampadina è sempre rimasta spenta. Poi si potrà raccontare di un arbitraggio imbarazzante, c’erano almeno due rigori per parte (Var dove sei?) ma sono coriandoli della cronaca. Di una voglia che forse non si era mai vista, ma sono accessori di una disfatta. Via l’emozione, è meglio chiamare le cose con il loro nome.

 In Russia ci va la Svezia e con merito. Il resto non conta. Dunque torniamo al Medioevo. Certo, magari da qui al 2022 vinceremo la Champions, ma è un’altra cosa, è il calcio dei club dove ognuno fa per sè, dove la quota di italiani in squadra è sempre più risibile anche se poi individuare nella percentuale di stranieri la fonte dei problemi è una strada, ma non l’unica. A livello di nazionali non tocchiamo palla dal 2006. Con i club siamo a secco dal 2010, la Champions dell’Inter

 
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