Fotografia: Croce in una serie di scatti. PDF Stampa E-mail

Attraverso cento immagini, lastre originali e un documentario, una grande mostra allestita fino al 29 maggio nello spazio Ex Enel di Piacenza racconta il percorso creativo e stilistico di Gianni Croce (1896-1981), innovatore del linguaggio fotografico e al tempo stesso narratore del '900 nella provincia emiliana.

Dalle manifestazioni ginniche del Ventennio ai ritratti, dai giochi architettonici alla ripresa economica e sociale, la produzione di Croce abbraccia 40 anni di storia piacentina e nazionale. Promossa dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, con il patrocinio del Comune, in collaborazione con il Museo per la Fotografia e la Comunicazione visiva di Piacenza, 'Gianni Croce 1920-1960' e' stata curata da Donatella Ferrari, Roberto Dassoni, Maurizio Cavalloni, che hanno selezionato i materiali piu' significativi del maestro per questa narrazione lunga quasi mezzo secolo.

Il percorso espositivo e' suddiviso in sette sezioni e abbraccia le diverse tematiche affrontate da Croce, a partire dall'architettura, non colta nel nudo dato costruttivo, ma quale elemento per sperimentare impressioni, atmosfere, astrazioni. Le principali opere architettoniche sorte a Piacenza tra le due guerre come il Liceo Gioia di Mario Bacciocchi, il Liceo Scientifico di Luigi Moretti, la Galleria Ricci Oddi non sono mai riprese nella loro interezza. L'attenzione dell'artista e' piuttosto per i giochi architettonici o, nel caso della cripta del Duomo o del refettorio del Collegio Alberoni, per la pulizia metafisica richiamata dalla serie ordinata di colonne. Ecco ancora i ritratti, databili tra gli anni '20 e '30, in cui, sullo sfondo creato dalla citta', mette in posa e quasi fa recitare personaggi veri, con il loro preciso ruolo nella societa'. Croce non cerca la realta', quanto la sua personale interpretazione, come se i protagonisti delle fotografie fossero testimoni di un'epoca forse idilliaca, dove la bellezza rappresenta un grande valore. Non e' un caso che Croce intervenisse direttamente sulle lastre con la matita per nascondere le rughe sui visi e rendere i volti senza tempo e senza anima, lasciando ai soli abiti il compito di identificare l'epoca.

Di particolare interesse sono le sezioni dedicate al Sabato fascista, ovvero le manifestazioni ginniche del Ventennio, o ancora quella della Citta' invisibile, con scorci privi di figure umane e con forti contrasti di luci e ombre, o dei Minimi sguardi, in cui si racconta la ripresa civile ed economica degli anni '50 e '60. La mostra e' accompagnata da installazioni video e da un documentario sulla figura umana e professionale di Croce realizzato dal regista Roberto Dassoni con interviste a Daniele Panciroli, Angela Madesani, Paolo Barbaro, Maurizio Cavalloni, William Xerra, Paolo Dalla Noce, Rossella Villani, e altri.

 
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