Avetrana: la cintura è compatibile con il delitto. PDF Stampa E-mail

Finalmente, il delitto di Avetrana ha almeno un’arma del delitto. Ieri mattina, esattamente all’alba, è stata sequestrata nel garage di casa Misseri, la famosa cintura di cuoio bianca che, secondo gli inquirenti, è stata usata come arma per uccidere Sarah Scazzi. Altri 49 oggetti uguali sono stati portati via dai carabinieri. Alcune ore dopo, fatta una prima analisi, il medico legale Luigi Strada ha affermato che l’oggetto coincide con la dinamica dell’omicidio e quindi, anche con i segni che il cadavere della quindicenne ha riportato sul collo. Il materiale è stato passato poi ai RIS, il cui lavoro, iniziato questa mattina (8 novembre), sarà importante per decidere, entro questa settimana, la sorte di Sabrina Misseri che dal carcere continua a gridare la propria innocenza, infatti, secondo le guardie della stessa struttura, la ragazza ha passato tutta la notte tra il 7 e l’8 novembre, senza chiudere occhio, chiedendo dei calmanti, sigarette e non smettendo mai di piangere. Stamattina ha addirittura rifiutato di uscire dalla sua cella per l’ora d’aria. Ha comunque fatto colazione e aspettato il suo avvocato per notizie. Durante il primo pomeriggio, Michele Misseri ha ricevuto la visita della moglie Cosima. Non si sa cosa si siano detti i due, ma l’unica cosa certa, che tutti hanno udito, è che la donna teneva particolarmente a guardare negli occhi il marito mentre accusava sua figlia della tragedia. Sono emerse inoltre nuove dichiarazioni, la più importante è quella dell’altra figlia di Misseri, Valentina, secondo la quale, durante un colloquio tenuto in carcere, il padre ha negato di aver avuto un complice nel compimento dell’omicidio. “Ha cambiato 4 volte versione dei fatti” sostengono i legali, affermando anche che non ci sono i presupposti per il carcere perché “se avesse voluto inquinare le prove, avrebbe lasciato la presunta arma del delitto nella macchina del padre?”

Intanto, mentre continuano gli esami sulla cinta, il pm di Taranto contesta al presunto assassino un altro reato oltre omicidio, occultamento e vilipendio: violenza sessuale, che lo stesso Misseri ammette da sempre di aver compiuto sulla vittima dopo la morte e prima di disfarsi del corpo.

 

Pasquale De Prisco.

 

 
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