Aggredito BERLUSCONI PDF Stampa E-mail

Il premier sanguinava copiosamente dalla bocca
La Russa: la polizia ha salvato l'assalitore dal linciaggio

 

MILANO (13 dicembre) - Il premier Silvio Berlusconi, subito dopo il comizio tenuto in piazza Duomo, a Milano, per la festa del tesseramento del Pdl, è stato colpito al volto da un pugno sferrato da dietro le transenne mentre firmava autografi. Secondo i testimoni il premier sanguinava copiosamente dalla bocca, si è accasciato a terra ed è stato immediatamente caricato in auto. Il responsabile del gesto, un uomo, è stato fermato.

Il fermato è stato portato in questura. In un primo momento si era diffusa la voce che avesse colpito il premier con una riproduzione in miniatura del Duomo. L'oggetto è caduto dalle mani dell'uomo quando lo hanno fermato: non è escluso che lo avesse stretto nel pugno quando ha colpito.

La Russa: la polizia ha salvato l'assalitore dal linciaggio. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, nel confermare che la persona che ha colpito il premier è stata fermata e identificata dalla polizia, ha detto che le forze dell'ordine hanno «impedito il linciaggio di questa persona». La Russa ha spiegato che è stato probabilmente colpito da un corpo contundente e che Berlusconi sanguivana tra il naso e la bocca, ma che comunque si è ripreso e ha salutato la folla prima di salire in macchina e lasciare piazza del Duomo.


L'attesa per il comizio del premier.
Era molto atteso oggi l'intervento del premier, dopo l'annuncio di ieri da parte del leader dell'Udc circa un fronte unico d'opposizione in funzione anti-premier in caso di elezioni anticipate.

Berlusconi: mi dipingono come un mostro. «Il capo del governo come è descritto dall'opposizione è un mostro. Ma non credo di esserlo, non solo perché sono bello, ma anche perché sono un bon fjol».

«Siamo un partito assolutamente democratico e dobbiamo continuare a esserlo - ha detto il premier -siamo una forza politica democratica, non un partito in cui decide una oligarchia, in cui decidono uno o due persone».

«Disinformazione totale». «Pensavamo che una campagna di tesseramento non fosse necessaria perché chiunque vota per noi e ama la libertà è tesserato, ma siccome viviamo in un momento di disinformazione totale ci abbiamo ripensato. Virgolettano frasi che non mi sono mai sognato di dire e fanno piovere su di me accuse diverse».

«La tv di Stato attacca governo e maggioranza». «La tv di Stato, con i soldi di tutti, attacca governo e maggioranza - ha detto Berlusconi - E' l'unica tv al mondo che lo fa».

«La maggioranza è forte, il governo funziona, il mio gradimento al 63%» ha detto il premier sottolineando che «con noi ci sono anche la Santanché e Storace. Il mio gradimento personale è al 63%, quello del Pdl al 40% e vogliamo arrivare oltre il 50% e gli ultimi sondaggi indicano che il gradimento verso il governo tra i cittadini è al 55%» ha detto il premier citando i dati degli ultimi sondaggi in suo possesso. Andiamo avanti sereni e sicuri perché stiamo lavorando bene e continueremo a farlo. Non facciamo spaventare dalla menzogne perché la verità e il bene alla fine vinceranno sempre».

«Basta con i giudici politicizzati».
«Non si può accettare - ha detto il premier - che ci siano dei giudici politicizzati che intervengono sull'azione del Parlamento cercando di influenzarne le decisioni durante l'iter delle leggi o facendo ricorso alla Corste costituzionale composta da uomini che provengono dalla sinistra. Questi non sono attacchi, ma una fotografia di una situazione preoccupante».

«Vergogna, vergogna ai contestatori in piazza». Berlusconi ha replicato ad alcuni ragazzi che hanno contestato il suo comizio al grido di «buffone, buffone», affermando che «queste sono cose che noi non faremmo mai, noi siamo liberali, noi abbiamo la cultura del rispetto delle altre opinioni, mentre c'è chi sa solo insultare. Vergogna, vergogna». Molti sostenitori del Pdl hanno risposto ai contestatori urlando «Silvio, Silvio».

«Formigoni candidato sicuro». «Nella nostra regione c'è un candidato sicuro per le elezioni. Questo candidato è Roberto Formigoni e su questo c'è il consenso della Lega»: con queste parole il presidente del Consiglio ha ufficializzato la candidatura di Roberto Formigoni a presidente della Regione Lombardia alle prossime elezioni di marzo.

«Bossi è un alleato leale a cui siamo legati da amicizia e affetto - ha detto il premier - Anche per questa ragione dobbiamo essere sereni e sicuri».

 

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