Fini dopo il Quirinale: «Ronde indegne per farsi giustizia e no alla castrazione» PDF Stampa E-mail
ROMA (17 febbraio) - «Se per ronde si intendono gruppi di cittadini che si riuniscono, si armano, cercano dei malintenzionati o degli immigrati, è qualcosa di completamente illegale e indegno di un Paese civile. Farsi giustizia da soli è completamente inammissibile». Dopo il Quirinale e il presidente del Senato Schifani, anche il presidente della Camera Gianfranco Fini ha bocciato l'ipotesi nel corso di un intervento in video-chat sul sito della Camera. Fini ha aggiunto che se, invece, «dei cittadini si riuniscono per segnalare alle forze dell'ordine dei soggetti che mostrano volontà di delinquere, questo merita massimo apprezzamento perchè indica atteggiamento di collaborazione con le istituzioni».

No alla castrazione chimica. Fini si è anche detto contrario alla castrazione chimica, dando ragione ad un'ascoltatrice che durante una videochat sul sito della Camera ha chiesto come uno “stato democratico possa sostenere la castrazione chimica e dare buoni esempi ai giovani”.

Milana: si torna all'era fascista. «Si propongono le ronde che non so se siano più vicine alle milizie dell'epoca fascista o a quelle libanesi». Lo ha detto il segretario romano del Partito democratico, Riccardo Milana. «Continuano a ripetersi episodi drammatici conseguenza e persistenza che non può più essere definita allarmante, perchè siamo in piena emergenza, ma continua anche la mistificazione in cui si dice che le cose ricadono sempre nel passato». Per Milana «non si può incentivare una politica alla sicurezza con tagli al bilancio, le forze dell'ordine infatti sono state ridimensionate e alcuni comandi, con meno agenti, costretti a chiudere».
 
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