TERRORISMO: BATTISTI; FARNESINA, APPELLO A LULA PDF Stampa E-mail

Image ROMA - ''L'Italia rivolge un appello al Presidente del Brasile Lula da Silva affinche' vengano esperite tutte le iniziative che possano promuovere, nel quadro della cooperazione giudiziaria internazionale nella lotta contro il terrorismo, una revisione della decisione giudiziaria adottata''. E' quanto si legge in una nota della Farnesina sulla decisione del Brasile di concedere a Cesare Battisti lo status di rifugiato politico.

''Nell'esprimere apprezzamento per la decisione adottata a fine novembre scorso dal Comitato che aveva negato, nell'ambito delle sue competenze, il riconoscimento dello status di rifugiato al terrorista Battisti, l'Italia - si legge infatti nella nota della Farnesina - rivolge un appello al Presidente Lula da Silva perche' vengano esperite tutte le iniziative che possano promuovere, nel quadro della cooperazione giudiziaria internazionale nella lotta contro il terrorismo, una revisione della decisione giudiziaria adottata''.

''Cio' vale a maggior ragione in un momento in cui i Paesi del G8 e quanti con essi hanno un rapporto di intensa collaborazione, come il Brasile, saranno chiamati a confermare un impegno solenne e a promuovere azioni sempre piu' efficaci per sconfiggere il terrorismo internazionale'', conclude la nota. ''Da parte italiana si esprimono viva sorpresa e forte rammarico per la decisione assunta dal ministro della Giustizia brasiliano che, ribaltando quanto stabilito dal Comitato nazionale per i rifugiati, ha accolto il ricorso di Cesare Battisti, un terrorista responsabile di gravissimi delitti che nulla hanno a che fare con lo status di rifugiato politico''. E' quanto si legge in una nota della Farnesina.


PER BRASILE BATTISTI E' RIFUGIATO POLITICO
RIO DE JANEIRO - Il Brasile ha concesso lo status di rifugiato politico a Cesare Battisti, l'ex militante dei Proletari Armati per il Comunismo condannato all'ergastolo in Italia per quattro omicidi tra il 1977 e il 1979, la cui estradizione era stata chiesta tempo fa dall'Italia a Brasilia. Battisti, 52 anni, si trova agli arresti in un carcere della capitale brasiliana dal marzo dell'anno scorso. ''E' tradizione del Brasile considerare di concedere lo status di rifugiato politico ogni volta che riteniamo che esiste un fondato timore di persecuzione politica contro un cittadino'', ha spiegato Pedro Abromovay, segretario agli affari legislativi del ministero della giustizia.

L'annuncio e' arrivato tramite un comunicato diffuso nella notte dal ministro della Giustizia, Tarso Genro, che si e' cosi' pronunciato in modo opposto a quanto deciso dal Conare (Comitato Nazionale per i Rifugiati), che nel novembre scorso aveva respinto per tre voti contro due la richiesta di asilo politico formulata da Battisti. La nota ricorda che la decisione riguardante ''lo scrittore italiano Cesare Battisti'' e' stata presa sulla base ''dello statuto dei rifugiati del 1951 e della legge 9.474 del 1997'', che prevedono quali ragioni valide per la concessione dello status di rifugiato ''il fondato timore di persecuzione per motivi di razza... o di opinione politica''.

La nota segnala tra l'altro che Battisti e' stato condannato solo dopo la sua fuga in Francia nel 1981, sulla base di accuse non fondate su prove certe, ma della testimonianza del pentito Pietro Mutti. Qualche giorno fa, in un'intervista al settimanale brasiliano Epoca, Battisti aveva detto di essere sicuro di ''finire morto'' nel caso di un rientro in Italia, dichiarandosi ''certo che se tornassi, finirei vittima di una vendetta. Nel 2004 ho sofferto in Brasile - aveva precisato - un tentativo di sequestro da parte dei servizi segreti paralleli italiani''. In dichiarazioni apparse ieri sul quotidiano Estado de S.Paulo, Genro aveva ricordato che stava ''cercando informazioni sul tipo di punizione che hanno sofferto gli apparati illegali di repressione che agirono in Italia in quel periodo, e che erano legati alla mafia e alla Cia.

Devo conoscere questo perche', se questi apparati sono ancora intatti, c'e' un rischio per Battisti''. Genro aveva subito dopo aggiunto che nel caso di un sospetto fondato che una persona possa soffrire qualsiasi tipo di persecuzione in patria in relazione a fatti collegati alla propria azione politica, ''questa persona deve essere considerata rifugiata''. Il ministro ha informato della sua decisione nella tarda serata di ieri il presidente Luis Inacio Lula da Silva, hanno ricordato gli on-line brasiliani subito dopo la pubblicazione della nota, precisando che ''la concessione di tale status non passa dalla Presidenza della Repubblica'', ed e' pertanto ''responsabilita' del ministero della Giustizia''. Ora, ricordano i media, il Tribunale supremo federale del Brasile (Stf) dovra' archiviare la richiesta di estradizione avanzata da Roma

 
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