In Italia sequestrate 22 partite "Rischi anche per le carni bovine" PDF Stampa E-mail

ImageMinistero della Salute ha disposto il sequestro di tutte le partite di carne suina dal primo settembre. Cia: "I nostri allevamenti sono sicuri". Il direttore di medicina veterinaria: "Nessun pericolo"

 Scattano i sequestri e i controlli in nove paesi europei per la possibile presenza di carni di maiale contaminate alla diossina provenienti dall’Irlanda. I Paesi coinvolti sono Gran Bretagna, Olanda, Belgio, Francia, Italia, Germania, Danimarca, Polonia e Svezia.

 

SEQUESTRI

 

"In Italia sono entrate 22 partite di carne suina proveniente dall’Irlanda dopo il primo settembre, ma sono state immediatamente sequestrate". Lo ha reso noto il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini che aggiunge che "attraverso l’allerta rapida europea il nostro paese si è attivato e ha sequestrato su tutto il territorio, 22 partite di carne suina proveniente dall’Irlanda entrate nel nostro paese dopo il primo settembre". Nel frattempo, L’italia già pensa alle mosse future: "proporrò all’Ue l’eticchettatura di tutte le carni animali per la tracciabilità dell’origine con estensione dell’obbligo anche alle carni suine". Per comprendere quali ulteriori provvedimenti adottare "oggi pomeriggio - aggiunge la Martini - si svolgerà a Bruxelles un vertice tra i referenti veterinari degli stati membri".
Quanto alla contaminazione i tecnici europei hanno riscontrato una contaminazione con diossina delle carni suini irlandesi attraverso mangimi che presentavano olii industriali di macchianari utilizzati per l’asciugatura dei mangimi.

 

"L’Unione europea ha ravvisato una possibile contaminazione di diossina anche per le carni bovine irlandesi". Lo ha riferito il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini che aggiunge: "Stiamo intensificando i controlli in attesa di specifiche misure".

 

EMILIA ROMAGNA

 

Sequestri di carne in Emilia Romagna dopo l’allerta lanciata dall’Unione europea. "Nonostante la giornata festiva i Servizi veterinari e i titolari delle imprese di produzione interessate hanno aperto gli stabilimenti per verificare la documentazione fiscale e di lavorazione. Si è così potuto appurare che parte delle carni oggetto di allerta sono già state lavorate insieme ad altre per produrre prodotti di salumeria e parte è ancora in giacenza nelle celle frigorifere delle ditte. La carne tutt’ora presente è stata posta sotto sequestro, così come sotto vincolo sono stati messi i salumi in fase di stagionatura". Lo rende noto un comunicato dell’assessorato alle politiche per la Salute della regione Emilia Romagna, che aggiunge: "Per gli alimenti già spediti, sono invece iniziate le procedure per il ritiro dal mercato".

 

"Tutti i Servizi veterinari delle Aziende USL della Regione Emilia-Romagna, hanno avviato controlli sulle partite di carne suina introdotta dall’Irlanda a partire dallo scorso mese di settembre, sulla base delle indicazioni fornite dal ministero competente a seguito di segnalazione comunitaria per sospetta contaminazione da diossina. L’allerta - aggiunge la nota - ha riguardato spedizioni di carne suina proveniente da uno stabilimento della Repubblica d’Irlanda destinate a diversi Paesi della Comunità ed extra Comunitari. Duecentocinquantacinque sono le tonnellate di carne arrivate in sei stabilimenti dell’Emilia-Romagna".

 

"Nelle prossime ore - si legge ancora - si attendono notizie più dettagliate dalle autorità irlandesi sul livello di contaminazione delle carni spedite in Italia, al fine di svolgere una corretta valutazione del rischio per i consumatori. Solo l’insieme di conoscenze sul livello di contaminazione delle carni, sulla tipologia delle stesse e sui quantitativi utilizzati per la produzione di ogni alimento consentirà di avanzare giudizi sul reale livello di pericolosità per il consumatore. Fortunatamente - aggiunge ancora la nota - l’Irlanda non è un fornitore abituale dell’industria salumiera nazionale e regionale e quindi il suo impiego interessa solo una porzione molto marginale di mercato. Il Servizio veterinario e igiene alimenti della Regione è in contatto costante con il ministero competente, con i Servizi veterinari delle altre Regioni italiane e con le Associazioni di categoria per condividere valutazioni ed eventuali ulteriori iniziative finalizzate alla realizzazione di un piano di controllo capillare e coordinato a tutela della salute pubblica".

 

"NESSUN PERICOLO"

 

Per l’Italia il rischio non esiste. È il parere di Agostino Macrì, direttore di medicina veterinaria presso l’Istituto superiore di Sanità sull’allarme venuto dall’Irlanda per la carne di maiale alla diossina. "Per il nostro Paese il rischio non esiste - dice Macrì -, anche perchè importiamo dall’Irlanda una quantità irrilevante di carne suina. Ma se fosse arrivata in Italia sapremmo esattamente dove è andata a finire e quindi saremmo in grado di identificare il luogo della lavorazione. Ma non credo che sia arrivata". Macrì plaude alle iniziative irlandesi che "si sono comportati in maniera molto corretta denunciando il problema, bloccando le esportazioni e fermando gli allevamenti. A noi, una cosa del genere non potrebbe succedere - aggiunge - perchè i controlli sui mangimi sono severissimi. Anzi, direi che sono più controllati i cibi per gli animali che quelli per gli uomini. I nostri suini mangiano mangimi privi di diossina, quindi in Italia non ci sono rischi di questo tipo".
 

COLDIRETTI 

 

Appena lo 0,3% delle carni di maiale importate dall’Irlanda, sottolinea la Coldiretti, è arrivato in Italia. Sono 1,7 milioni i chili di carne irlandese importata nei primi otto mesi del 2008. Per la Cia, i nostri allevamenti “sono sicuri e sottoposti a rigidissimi controlli e seguono un disciplinare molto rigoroso”. La Commissione europea già ieri ha rassicurato i consumatori, spiegando che per avere effetti tossici sugli esseri umani occorre “un’esposizione prolungata a dosi molto alte di diossina”.

 

ASSOCIAZIONE CONSUMATORI

 

Intanto l'Aduc però invita a «non mangiate carne suina, almeno fino a quando non saranno resi noti i risultati delle analisi». Per l’Associazione diritti utenti e consumatori ci si dovrebbe astenere dal consumo «fino a quando il ministero della Salute non comunichi i risultati definitivi delle analisi effettuate, i nomi delle strutture commerciali coinvolte e le azioni (sequestri, chiusura, ritiro prodotti in commercio, ecc) che ha effettuato o che intende attuare».

 

«Facciamo riferimento al principio di precauzione - spiega Mastrantoni - di fronte ad un rischio è bene prendere misure cautelari a tutela della propria salute. La carne di maiale irlandese inquinata dalla diossina è presente in Italia e non si sa, almeno per ora, in quali esercizi commerciali è messa in vendita, non c’è obbligo di indicazione della provenienza e qualsiasi macellaio può rifilarci (a sua insaputa) una bella bistecca tossica». Come fa il consumatore italiano a sapere se la carne suina che ha acquistato è inquinata o meno, si chiede l’Aduc. «Certo può ricorrere alle carni Dop (denominazione di origine protetta) ma quante Dop di carne suina ci sono in giro? - continua Mastrantoni - La maggior parte delle carni suine (13,5 milioni di capi macellati) non è Dop, quindi, applicare il principio di precauzione ci sembra una scelta razionale. Il 90% dell’esposizione umana alla diossina avviene attraverso gli alimenti: il fenomeno del bioaccumulo fa sì che la diossina risalga la catena alimentare umana, concentrandosi sempre più, a partire dai vegetali, passando agli animali erbivori, ai carnivori, agli onnivori e infine all’uomo: si arriva, così, a livelli di diossina, riscontrati nei suini irlandesi, fino a 200 volte più alti di quelli consentiti dall’Ue».

 

 
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