MUMBAI: IN CORSO EVACUAZIONE OBEROI-TRIDENT, LIBERE MADRE E FIGLIA ITALIANE PDF Stampa E-mail

MUMBAI -   Almeno 130 morti, tra cui un italiano e 14 poliziotti, e oltre 300 feriti: sembra un
bollettino di guerra il bilancio degli attacchi terroristici a Mumbai, la capitale economica dell'India, sconvolta mercoledi'  sera da una serie di attentati simultanei contro una decina di obiettivi tra cui alberghi di lusso, stazioni ferroviarie, luoghi di svago frequentati da turisti occidentali e un centro ebraico.

A 36 ore circa dal suo inizio, la drammatica vicenda pare volgere al termine, anche se si combatte ancora nel  centro ebraico della Nariman House, dove si sarebbero sentite alcune esplosioni.

 

Nell'hotel Taj Mahal i servizi di sicurezza hanno arrestato tre presunti estremisti, tra cui un cittadino
pachistano, Ajmal Amir Kamal, originario della citta' di Faridkot. Stando all'agenzia Pti, i tre farebbero parte di Lashkar-e-Taiba, un gruppo islamico di base in Pakistan, che ha pero' negato qualsiasi coinvolgimento. Kamal, stando alla Pti, avrebbe ammesso di far parte di un gruppo di 12 miliziani trasportato su un mercantile a 10 miglia nautiche dal limite delle acque territoriali indiane. Da qui con un piccolo fuoribordo il gruppo avrebbe raggiunto Mumbai.
La polizia indiana ritiene che i miliziani protagonisti dell'attacco siano stati almeno una ventina. Diversi esperti
sostengono che le modalita' degli attentati indicano un chiaro collegamento con Al Qaida. Per il governo indiano dietro gli attacchi ci sarebbe il vicino Pakistan.

L'italiano ucciso si chiamava Antonio Di Lorenzo ed era un uomo d'affari livornese di passaggio a Mumbai, la Porta dell'India, citta' dai mille contrasti dove immense ricchezze convivono con miseria assoluta. Di Lorenzo e' morto all'interno dell'Oberoi, uno dei due hotel presi d'assalto dai terroristi assieme al Taj Mahal, secondo quanto reso noto dalla Farnesina. 

 

Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha detto che Di Lorenzo e' stato investito in pieno dall'esplosione di una granata. Dolore e sdegno per la morte dell'imprenditore italiano sono stati espressi dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Alle condanne giunte da ogni parte del mondo si e' aggiunta quella del Papa che, di fronte al ''brutale attacco'' di Mumbai, ha lanciato un appello affinche' si ponga fine a tutti gli atti di terrorismo.

Secondo le drammatiche testimonianze di alcuni superstiti occidentali, i terroristi sono entrati nei due alberghi
gridando: ''Vogliamo americani e britannici''. ''Hanno detto a tutti di non muoversi, di mettere le mani
sulla testa, e poi ci hanno chiesto se fra di noi c'erano americani o britannici'', ha raccontato Alex Chamberlain, un
cliente inglese dell'Hotel Oberoi riuscito a fuggire. Secondo i testimoni, i terroristi erano molto giovani, indossavano jeans e maglietta ed erano armati con fucili d'assalto AK-47 e granate.

Le teste di cuoio indiane avevano compiuto gia' ieri blitz all'interno dei due alberghi. L'operazione nell'Hotel Taj Mahal e' stata un successo: tutti liberi gli ostaggi. Ma stamani il capo della polizia di Mumbai ha affermato che ancora un terrorista vi resta asserragliato.

 Dall'Oberoi in nottata erano stati gia' liberate 39 persone.

Gli attacchi sono stati rivendicati dai 'Mujaheddin del Deccan', un sigla finora sconosciuta che alcuni esperti
accostano a Al Qaida. Il premier indiano Manmohan Singh ha detto che potrebbe esserci l'ombra del Pakistan dietro gli attentati.
Singh, che in giornata ha ricevuto un'offerta di collaborazione da parte del presidente Usa George W. Bush, ha detto che gli attacchi hanno ''probabili collegamenti esterni''. In un messaggio alla nazione, il premier ha detto che ''ci
accingiamo a comunicare formalmente ai nostri vicini che l'utilizzazione del loro territorio per lanciare attacchi contro
di noi non sara' tollerata''. Islamabad ha respinto seccamente le accuse negando qualsiasi
coinvolgimento. ''Ne siamo assolutamente certi: il Pakistan non e' coinvolto'', ha detto il ministro della Difesa Ahmed Mukhtar. In giornata, ier, la marina indiana aveva controllato minuziosamente una nave da carico pachistana, la 'MV Alpha', attraccata a Mumbai.   

Intanto un aereo militare della Francia, che detiene la presidenza di turno dell'Ue, è in volo verso Mumbai per evacuare la delegazione di europarlamentari rimasti coinvolti negli attacchi terroristi della notte scorsa. L'aereo dovrebbe arrivare ad una base militare nei pressi di Parigi oggi pomeriggio. Sull'aereo francese dovrebbero trovare posto anche altri cittadini europei, rimasti bloccati a Mumbai a causa degli attentanti.


UN ITALIANO TRA I MORTI
(Di Luigi Ambrosino)

C'e' anche un italiano nel macabro bilancio di quasi 130 morti di Mumbai, mentre altri sette connazionali sono ancora barricati nelle loro camere all'hotel Oberoi-Trident: proprio in queste ore è in corso un'operazione dell'esercito indiano stanza per stanza per "bonificare" l'albergo dai terroristi, che da ieri sono asserragliati nell'edificio. A perdere la vita durante le prime drammatiche fasi degli attacchi simultanei che hanno sconvolto la megalopoli indiana è stato Antonio Di Lorenzo, un imprenditore nato a Roma ma residente a Livorno dal 1972 che si trovava di passaggio a Mumbai. E' morto all'interno dell'hotel Oberoi, ucciso probabilmente, come ha riferito il ministro degli Esteri Franco Frattini, dallo scoppio di una granata. Con lui c'era anche il figlio Massimiliano, che però è riuscito a mettersi in salvo e a rifugiarsi nel consolato italiano assieme ad altri quaranta connazionali alle prime luci dell'alba di oggi. L'odissea di orrore e paura non si è ancora conclusa invece per sette italiani - tra i quali una donna, moglie del cuoco dell'Oberoi, e la figlia di pochi mesi -, nascosti da oltre ventiquattrore nelle loro stanze d'albergo mentre i terroristi si aggirano tra i corridoi armati fino ai denti con bombe e fucili.

Stanno tutti bene, sono in contatto telefonico con il consolato a Mumbai, con l'Unità di Crisi della Farnesina e con i parenti, ma la situazione comincia a farsi insostenibile. Due di loro, Patrizio Amore (64 anni) e Carmela Zappalà (58), genitori di un ispettore della Polizia di Stato, si trovano infatti intrappolati da ore in uno stanzino senza luce, acqua e cibo. Gli altri tre italiani bloccati nell'hotel Oberoi-Trident sono operatori turistici, che avevano partecipato al workshop organizzato ieri dall'Enit-Agenzia nazionale per il turismo proprio in quell'albergo. "In un primo momento erano in quattro - ha raccontato il direttore generale dell'Enit, Eugenio Magnani -, poi uno è riuscito a fuggire. Gli altri tre stanno bene, anche se sono ovviamente molto spaventati".

La sorte dei connazionali continua comunque ad essere monitorata minuto per minuto dall'Unità di Crisi della Farnesina. In serata è stato il responsabile Fabrizio Romano a far trapelare un pizzico di ottimismo. Ci sono "ragionevoli speranze" che gli italiani possano lasciare presto l'hotel, ha detto il diplomatico. "Le forze indiane stanno operando per bonificare i due immobili e lo stanno facendo con molta cautela. La nostra aspettativa - ha concluso Romano - è che la cosa si possa risolvere nel migliore dei modi".

Dal consolato, intanto, i quaranta italiani che erano riusciti a sfuggire alla morsa dei terroristi hanno raggiunto le loro abitazioni o altri alberghi ritenuti sicuri. Nella città indiana ci sono in tutto circa duecento italiani: nessuno, al momento, risulta disperso. In seguito agli attacchi multipli che hanno insanguinato la città, intanto, la Farnesina ha diramato un 'warning' per "sconsigliare" agli italiani - da sempre attratti dalle bellezze del subcontinente asiatico - di mettersi in viaggio per quelle zone. Secondo gli addetti ai lavori ora è da mettere in conto una forte contrazione delle prenotazioni e una drastica frenata delle presenze italiane in India nel periodo natalizio, stimata al momento intorno al 30%.

 
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