Latte, Bruxelles contro l'Italia PDF Stampa E-mail
Nuova stangata di Bruxelles per i produttori di latte italiani che hanno superato le quote di produzione assegnate dall'Ue nella campagna 2007-2008: dovranno pagare alle casse europee 160,6 milioni di euro, portando ad oltre quattro miliardi, secondo gli esperti, le multe accumulate dall'Italia dall'avvio, nel 1984 nell'Ue, del regime delle quote latte.
 Quest'anno, i produttori europei dovranno versare multe per quasi 340 milioni, di cui il 47% a carico degli italiani ed il 30% - e questa è una novità - a carico dei tedeschi. Intanto, la riforma del sistema delle quote, che da 24 anni imbriglia la produzione italiana, è al centro dei negoziati sulla revisione della politica agricola europea, ed un accordo tra i 27 partner è atteso il prossimo 19 novembre. Ma già a fine ottobre a Lussemburgo, gli esperti Ue preannunciano passi avanti determinanti nelle trattative tra i ministri agricoli Ue. 

QUOTE, REGIME ADDIO. Considerando che il regime delle quote latte ha gli anni contati - la sua abolizione è stata decisa per il primo aprile 2015 - i ministri devono ora mettere a punto una 'transizione morbidà per uscire dal sistema senza troppo scossoni. Il ministro per le politiche agricole e alimentari Luca Zaia ha già presentato ai partner europei la sue richieste: l'Italia vuole un aumento di un milione di tonnellate di quote latte. Per Zaia, la crescita dovrebbe coprire la produzione in eccedenza (circa 600.000 tonnellate l'anno) e dare ossigeno, per la parte restante, agli allevatori che vogliono investire. I margini di mercato per crescere non mancano: per il latte l'Italia è autosufficiente solo al 56%, in quanto un cartone di latte su due che si consuma nel Paese non è italiano. 

ANOMALIE DEL SISTEMA. La pubblicazione dei dati da parte della Commissione europea, oggi a Bruxelles, conferma l'anomalia che persiste nel settore lattiero in Europa. Per la campagna 2007-2008 infatti, solo alcuni Paesi su 27 hanno superato la produzione di latte loro assegnata per un quantitativo globale di 1,2 milioni di tonnellate: oltre all'Italia (con 577.240 tonnellate in più), anche Germania, Irlanda, Austria, Olanda, Lussemburgo e Cipro. Nel resto dell'Ue invece, altri 20 partner non hanno esaurito i quantitativi loro assegnati lasciando globalmente inutilizzate quote per 2,24 milioni di tonnellate. Il negoziato in corso rappresenta per l'Italia l'ultima chance per ridare in tempi brevi respiro alla produzione: almeno su questo fronte, la commissaria all'agricoltura Mariann Fischer Boel appare pronta a fare aperture.
 
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