Inglese uccisa: Amanda e Rudy in aula, non c’è Raffaele PDF Stampa E-mail

ImagePerugia. Numerosi giornalisti, teleoperatori e fotografi, ma anche curiosi si sono radunati davanti al palazzo di Giustizia di Perugia dove stamani è in programma l'udienza preliminare relativa all'omicidio di Meredith Kercher.
I familiari di Meredith Kercher sono giunti a Palazzo di giustizia a Perugia per costituirsi parte civile nell'udienza preliminare nei confronti dei presunti responsabili dell'omicidio della studentessa inglese. Il padre della giovane vittima, John, la madre Arline e la sorella Stephanie sono stati accompagnati dal console britannico Moira McFarlane che però non è entrata negli uffici giudiziari. Con loro l'avvocato Francesco Maresca, che li rappresenta nel procedimento. Scortati da personale della squadra mobile di Perugia i congiunti di Meredith e il loro legale non hanno rilasciato dichiarazioni. Stesso atteggiamento dei pubblici ministeri Giuliano Mignini e Manuela Comodi. Dell'udienza, che sarà dedicata all'esame di questioni tecniche, ha parlato invece l'avvocato Luciano Ghirga, difensore di Amanda Knox insieme al collega Carlo Dalla Vedova.
AMANDA E RUDY IN AULA, NON C'E' RAFFAELE - Sono arrivati nell'aula del gup di Perugia Amanda Knox e Rudy Guede, due degli imputati per l'omicidio di Meredith Kercher. Non c'é invece Raffaele Sollecito, che sembra abbia rinunciato a partecipare all'udienza. La Knox e Guede sono stati fatti entrare nel palazzo di Giustizia da un ingresso secondario.
Sono giunti al palazzo di Giustizia senza fare commenti anche i difensori di Guede, gli avvocati Walter Biscotti e Nicodemo Gentile. I due legali nei giorni scorsi hanno depositato al gup una richiesta di processo con il rito abbreviato per il loro assistito.
FAMIGLIA, ATTENDIAMO GIUSTIZIA PER MEZ - Da una parte i familiari di Meredith Kercher che stanno ancora "cercando con difficoltà di capire perché Mez sia stata uccisa" e attendono "giustizia per Mez"; dall'altra i genitori di Amanda Knox, uno dei tre accusati dell'omicidio, certi che vada prosciolta "perché lei non c' entra in alcun modo". Entrambe le famiglie hanno fatto sentire ieri le loro voci.
Oggi comincia infatti davanti al giudice Paolo Micheli l'udienza per esaminare la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla procura perugina nei confronti della Knox, di Raffaele Sollecito e di Rudy Guede ritenuti responsabili del delitto della studentessa inglese avvenuto nella notte tra il primo e il 2 novembre scorso. I genitori di Meredith, uccisa all'età di 22 anni, saranno in aula per formalizzare attraverso l'avvocato Francesco Maresca la loro costituzione di parte civile. Ieri sera la sorella di Mez, Stephanie, il padre John e la madre Arline hanno voluto nuovamente incontrare i mezzi d'informazione. Non hanno accettato domande sulla vicenda giudiziaria, ma solo letto, in italiano e in inglese, una breve dichiarazione. "Stiamo cercando con difficoltà di capire perché sia stata tolta in questo modo così crudele all'affetto della sua famiglia" le loro parole. "Siamo soddisfatti - hanno aggiunto - che si sviluppi una nuova fase del processo sperando di arrivare a una conclusione secondo giustizia per Meredith". Stephanie ha parlato della sorella come di "una persona genuina", dal carattere "spontaneo, sorridente e altruista". Oggi si troveranno faccia a faccia con quelli che secondo i pm Giuliano Mignini e Manuela Comodi, che hanno coordinato le indagini della polizia, sono i responsabili della morte di Mez.
Tra gli imputati Amanda Knox, studentessa originaria di Seattle. I genitori, intervistati da una tv inglese, hanno sostenuto che la figura della figlia è stata "crudelmente distorta" dai mass-media. "Amanda - ha affermato il padre Curt - va prosciolta da tutto. Devono sapere chi è veramente. Lei non c'entra". "Vogliamo che ritorni il prima possibile a casa. Le hanno rovinato la reputazione" ha aggiunto la madre, Edda Mellas. "Dopo quello che hanno fatto a mia figlia - ha proseguito - non credo più a nulla di quanto leggo sui giornali o vedo in tv". Convinto dell'estraneità alle accuse del figlio è da sempre il padre di Raffaele Sollecito, Francesco, che ha parlato oggi di "situazione maledetta nella quale bisogna solo avere pazienza". "Raffaele conosce gli elementi a suo carico - ha aggiunto - e sa che stiamo lavorando per lui. Quello di domani é un appuntamento importante ma non definitivo e siamo sereni per quanto lo si può essere in questa situazione". Una certezza nell'innocenza del figlio manifestata nei giorni scorsi anche dal padre di Guede. Da oggi sarà il gup Paolo Micheli a cominciare a mettere i punti fermi nell'inchiesta.

 
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